Biografia di Michal Rosenberger
Nata in Israele il 15 giugno 1968, dove Michal Rosenberger ha compiuto i suoi studi di scuola superiore.
Dopo 4 anni di servizio militare (congedata con grado di ufficiale), è approdata in Italia, ove nel dicembre del 2000, si è laureata con il massimo dei voti alla facoltà di Architettura presso il Politecnico di Milano.
Da sempre Michal nutre e coltiva una passione particolare per l’arte in tutte le sue espressioni, con accento sempre crescente per la scultura. Le sue opere emanano una intensa emotività, che ha subito colpito critici e appassionati.
Incoraggiata da questo consenso, Michal ha sviluppato, parallelamente al lavoro di architetto, una continuativa creatività scultorea, caratterizzata dalla personale ricerca di espressione figurativa.
Nell’ottobre del 2006 le viene assegnato il Primo Premio della scultura per “I Cori Dell’Anima” alla sesta edizione del Premio Nazionale di Pittura e Scultura Città di Novara.
Vive a Milano, sposata e madre di due figli.
2004
• Novembre
Padova
Padiglione Padua Art Gallery
Collettiva all’interno della Mostra mercato fiera Padova
• Dicembre dal 11 al 8 gennaio
Padova
Padua Art Gallery (Padova)
Mostra collettiva “arte e design”
2005
• Marzo dal 8 al 20
Milano
Associazione Sassetti Cultura
"Autoritratto" - Collettiva per la festa della donna, ottanta donne rappresentano se stesse con una piccola opera. Con la partecipazione di Lucia Vasini e Velia Mantegazza
• Settembre dal 15 al 25
Milano
Associazione Sassetti Cultura
"Visione d´ascolto" – Collettiva per la Celebrazione del 20° anniversario della nascita dell’associazione Voce Amica
• Novembre dal 22 al 6 dicembre
Auditorium di Milano
“I Cori dell’Anima” - Mostra personale
2006
• Gennaio
Milano
Sala espositiva Fornace Curti
Collettiva
• Settembre dal 23 al 8 ottobre
Novara
Salone Arengo del Broletto “6° Premio Nazionale di Pittura e scultura”
8 Ottobre
Novara
Salone Arengo del Broletto “6° Premio Nazionale di Pittura e scultura”
Assegnazione del Primo Premio all’opera “I Cori dell’Anima”
2007
• Gennaio dal 13 al 3 febbraio
Saronno
Museo della creta G. Gianetti Saronno
“I Cori dell’Anima” - Mostra personale
• dal 30 marzo al 1 aprile
Società Umanitaria Milano
“Mi serve e mi servo di un grande culo” – Mostra collettiva Arte da mangiare (arte bianca) fuori salone di Miart
• dal 31 marzo 13 al 15 Aprile
Novara
Salone Arengo del Broletto “6° Premio Nazionale di Pittura e scultura”
“I Cori dell’Anima” - Mostra collettiva per i vincitori del premio
Da Aprile 2007
Bardolino
Galleria AssociazioneNoneart
Collettiva permanente
• dal 5 al 29 maggio
Novara
Spazio espositivo Artaction
Mostra collettiva
• 19, 20 maggio
Milano
Sala espositiva Fornace Curti
Collettiva
Amedeo Morandotti
Critico d’arte
Presentazione della mostra personale di scultura di Michal Rosenberger all’Auditorium di Milano, 22 novembre 2005
Titolo: “I Cori dell’Anima”
L’artista Rosenberger è una persona che ha un breve vissuto, ma intensissimo e quindi si è caricata durante questo percorso di vita vissuta, di una serie di esperienze che ha maturato secondo un metro artistico.
Quindi è giunta ad una proposizione che vediamo qui e che compendia un pò tutte queste sue esperienze, che sono a largo raggio, perché c’è musica, c’è canto, c’è costruzioni di carattere ambientale.
Il tutto è stato percorso con una grande sensibilità artistica.
Ora questa performance, che è una installazione, ci racconta di una coralità di personaggi, che sorti da una brutalità, da una terra, vogliono manifestare una spiritualità che contengono in sé stessi, compressa, e che è congiunta con quello che è un fondamentale requisito dell’umanità cioè la passionalità.
Abbiamo questa tendenza verso l’alto, verso il divino che però è congiunto con la realtà dell’uomo.
Le bocche sono spalancate, in atto di grido, in atto di riso, in atto di canto e di comunicazione.
Per fare soltanto un breve aggancio con la filosofia critica, penso che i personaggi da citare siano: Adorno, Panowsky e Noam Chomsky, che sono dei semiologhi del linguaggio.
A proposito di questa citazione, assistiamo appunto ad un personale sviluppo, scelta di linguaggio artistico, che esprime strumenti lessicali, prima intuitivi e, in profondità, più complessi, tali da richiedere elaborazioni mediate.
Restiamo in una sfera di eccezione etica, prima che estetica, ove gli elementi spazio - temporali non si annullano in senso crociano, di giudizio a priori, ma con sintesi di stratificazioni culturali archetipe e visioni attuali, dove la passione tenta di autoregistrarsi con i dettati della ragione.
La scelta espressiva si articola morfologicamente in installazioni performanti che nei singoli componenti e nella coralità reiterativa, stimolano il fruitore ad apprendere il mondo interno e quello esterno al suo essere sincreticamente.
Questo è un linguaggio che lei ha interpretato, ed è un linguaggio che dovrebbe coinvolgere tutti noi in questo desiderio di sorgere da una brutalità terrestre, della terra cosi considerata con questa formulazione di creta, dove però una scintilla divina gira e si appoggia, e dà la forza nel gruppo di rappresentarsi.
Io penso che sia questo, fondamentalmente, ciò che l’artista ci vuole dire.
Poi c’è una seconda lettura che è la lettura della misteriofisicità di questi prodotti artistici, dove ognuno può interpretare, leggere, pensare e andare avanti secondo un progetto psicoanalitico o di psichicità che ognuno di noi riceve di rimbalzo, potenziata dalla forza della nostra artista.
Vorrei fare un ringraziamento all’artista, personalmente, poichè in un epoca di grande sofisticazione, dove c’è una schiera di persone che rappresentano soprattutto il desiderio di sbalordire, mi sono trovato di fronte ad un’artista che con passione compone la sua opera.
Alfredo Pasolino
Critico d’arte
In occasione del “6° Premio Nazionale di pittura e scultura Città di Novara”
Sezione Scultura
1° Premio
Rosenberger Michal
Titolo: “I Cori dell’Anima”
La maturità stilistica di Michal Rosenberger coincide, in questa composizione, con l’acquisizione totale del sentimento interiore. La componente del gesto espressivo plastico e quella immaginaria ed onirica, tendono, nella modellazione tridimensionale, a rappresentare il mondo non visivo delle emozioni, dei sentimenti e delle sensazioni, come visione netta. Grande ricchezza, quindi, di finzione ed immaginazione, in consonanza alla ricchezza di valori della realtà da imitare, nell’opera, di rimando alla percezione visiva, e quindi, per l’espressione visiva, alla materializzazione di un’idea che scaturisce dalla stessa estrazione culturale umanistica dell’artista.
In equilibrio tra intelletto e “bello” per eccellenza, la bellezza dell’oltre interiore, nel suo concretizzarsi per volgersi altrove, nella ricerca dell’uomo interiore, e dell’anima, fluida e spontanea, di visioni interiori. L’artista tende alla visione estetica, alla conoscenza oggettiva dello spazio, ed ancor più, all’imitazione del pensiero umano moderno, filosofico, nell’assumere un atteggiamento intellettuale, critico, per prevenire ad un’autentica ispirazione.
Il valore nuovo che ciò propone, è un prodotto della visione e delle mani, ovvero, pensiero visivo con le mani. Espressione di volumi, forma umana vuota, a simulacro del pensiero mediativo, e a cassa di risonatore-diapason. Squarci di vuoto-pieno-zen, il reale rapportato all’irreale apparenza dell’oggettivo descrittivo, in modulazioni e metafore del “flauto dell’anima”, come una poesia di Tagore.
Si deduce già dall’opera e dalla scelta del tema, che lei viene da un mondo poetico, nutrito di visioni interiori, di sogni e di verità, di finzioni e di certezze. La scultura è difesa dalla sua stessa autenticità, dove cioè, l’invenzione medesima è grandezza di sé, e comunque base, di quel suo mondo per trasmettere le proprie sensazioni.
La stessa originalità è parte intrinseca delle sue stesse idee, di cadenza sicura.
Un ordine figurale e simbolico che traduce la creta e la terra, l’anelito alla crescita basando su confronto, con la plasticità dosata come può essere la tensione emotiva, in una poesia surreale, un linguaggio autonomo e completo, generato e di seduzione, anche nella funzione trasfigurata della luce.
C’è insomma, una classicità moderna nell’assoluta libertà d’invenzione, esprimente forme stilizzate ed essenziali, accorata alla ricerca dell’equilibrio e di ritmo riflettente lo spazio e l’ambiente.
Non una pura questione di materia, Rosenberger è molto attenta ai rapporti, alle proporzioni delle forme stesse, nel cogliere il pensiero che può stare dietro alle forme, perché dietro al pensiero klimtiano c’è l’anima.
La scultrice sembra che se ne compiaccia di sperimentare queste infinite virtù dell’anima liberata, in tutta la sua più veridica identità. Con gli strumenti tradizionali: energia, tensione, passionalità, potere acceso delle sensazioni, si scaricano sulla materia, con moti riferibili ad una pratica correlata ad un racconto, una vicenda interiore e un processo formativo, che si svolgono e si attuano nel contatto vivo della materia, gesto dopo gesto, restituita ad una libertà nobilitata a simbolismo, interattiva, spirituale, nel continuo scandaglio del cuore.
Qui cuore e anima risorgono e ci interrogano.
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